Allarme ospedali pubblici: le coperture mediche private ci aiutano a superare le code in ospedale?

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Articolo in continuo aggiornamento.

Le code in pronto soccorso e chirurgia, già lunghe prima dell’emergenza da COVID-19, lo saranno ancora di più.

In caso di malattia piccoli imprenditori, liberi professionisti, partite iva rischiano di perdere il loro reddito.

Le coperture mediche private sono una valida soluzione per accedere in tempi rapidi a servizi medici di qualità.

“Immaginate una lunga fila al binario che da fine febbraio attende di salire sul treno a cui si aggiungono i passeggeri di oggi, e sul treno che ha sempre 11 carrozze, si può solo occupare un posto a sedere su due.

È inevitabile che la metà dei passeggeri dovrà rimandare quel viaggio che in molti casi gli può salvare la vita”.

Milena Gabanelli riassume cosi la drammatica situazione in cui ci troviamo tutti accomunati: non trovare posti liberi in ospedali pubblici e privati in Italia.

I numeri schiaccianti, del recente articolo pubblicato sul Corriere della Sera, li riassumo qui:

-7,2 miliardi di euro: è la contrazione del budget sanitario di quest’anno

sono saltati 12,5 milioni di esami diagnostici, 20, 4 milioni di analisi del sangue, 13,9 visite specialistiche e oltre un milione di ricoveri

gli esami diagnostici sono quasi 56 milioni in un anno: il crollo previsto è a 30 milioni (-37%)

54 milioni di prestazioni sanitarie da qui a dicembre (10 milioni di esami diagnostici, 24 milioni di analisi di laboratorio, 16,9 milioni di visite specialistiche)

la durata delle liste di attesa d’ora in avanti sarà dai 3 ai 4,1 mesi.

Questo grafico parla da solo:

È meglio il privato?

Se il pubblico è in affanno, il privato non se la passa meglio.

Mettere mano al portafoglio non basterà più, visto che le nuove rigide regole per garantire la sicurezza di pazienti e medici valgono sia per l’uno che per l’altro settore.

Le misure di prevenzione (separatori fisici, frequente sanificazione degli ambienti, igiene delle mani, solo per citarne alcune) sono infatti d’obbligo sia nel pubblico che nel privato.

Nel primo giorno di ammissione e nell’ultimo deve essere fatto il monitoraggio anti covid e i letti dovranno essere distanziati, con queste due serie conseguenze per i pazienti:

-allungo dei tempi di degenza

-diminuzione dei posti letto.

Piccoli imprenditori, liberi professionisti, partite iva: ecco chi rischia di più

Chi ha un lavoro dipendente in caso di malattia può usufruire (con alcune limitazioni) di ferie e permessi con cui coprire il tempo in cui si sta lontani dall’ufficio.

Chi invece lavora in proprio, è titolare di una piccola azienda o di uno studio professionale in caso di una malattia prolungata rischia di vedere i propri risparmi andare in fumo.

L’assenza prolungata dal lavoro, i lunghi tempi in attesa di un’importante visita oncologica, l’affollamento delle sale chirurgiche può risultare fatale per chi lavora in proprio e non può fare affidamento a manager o validi dipendenti in grado di sostituirlo in azienda.

I problemi da affrontare in questo caso sia quello legato all’impossibilità di ricevere cure tempestive che la perdita di entrate economiche conseguenti alla riduzione di introiti da interruzione della propria attività lavorativa.

Le coperture mediche private sono utili per superare le liste di attesa?

Prima della esplosione della pandemia, il rischio di non trovare posto in sala chirurgica era già alto.

Adesso, con l’allungamento delle liste di attesa e la diminuzione dei posti letto, è altissimo.

A causa della pandemia da COVID-19 anche fissare una visita di prevenzione oncologica è molto complicato.

Visto che il virus continua, a fasi alterne, a circolare in tutta Europa, dobbiamo fare chiarezza su come funzionano le coperture mediche private.

Sono due le ragioni principali per cui le acquistiamo:

1.superare le liste di attesa in caso di check up, visite di prevenzione, intervento chirurgico.

2.ottenere il rimborso dei costi di sala operatoria e degenza in ospedale.

Nella maggior parte dei casi il nostro provider (compagnia di assicurazione o mutua privata) dispone di un suo network di cliniche convenzionate (poliambulatori, case di cura, centri medici e fisioterapisti).

In caso di ricovero d’urgenza (o intervento chirurgico programmato) possiamo chiedere l’ammissione immediata in uno degli ospedali in convenzione, ed evitare la “barriera” d’entrata tipica del pronto soccorso e delle sale operatorie.

Alcuni provider fanno scattare la copertura solo se la lista di attesa è pari ad almeno a 50-60 giorni oppure se gli esami di diagnostica si devono svolgere a 30 chilometri dal dal nostro luogo di residenza.

Rispondendo alla domanda, ad oggi, come abbiamo visto sopra, è diventato molto difficile persino trovare un letto per un intervento di routine, pertanto non sempre è possibile garantire un immediato accesso a ambulatori, pronto soccorso, sale chirurgiche.

L’AIOM (Associazione italiana di oncologia medica) calcola, in questo recente studio, che in tre mesi si sono accumulate tra le 24 mila e le 30 mila mancate diagnosi di tumori maligni: in tempi normali se ne fanno mille al giorno.

I controlli periodici saltati sono tra i 200 mila e i 300 mila. Circa 600 mila interventi chirurgici sono stati rinviati. 

Può sembrare cinico, ma questa è la dura verità: più lunghe sono le liste di attesa (e lo saranno sempre di più, visto che è prevista addirittura una terza ondata pandemica), più rischiamo di non ricevere tempestive cure mediche e di prevenzione.

In conclusione

In assenza di provvedimenti ad hoc, le code in pronto soccorso, ambulatori, sale chirurgiche, già lunghe prima dell’emergenza da COVID-19, sono destinate a crescere molto.

Suggerisco quindi di rivolgersi a consulenti assicurativi esperti nel settore salute: sono loro che ci aiutano a trovare la copertura medica più adatta alle nostre esigenze (familiari o aziendali).

All’interno del mio blog ho dedicato questi articoli di approfondimento delle nuove soluzioni a tutela della nostra salute e del nostro reddito.

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