La recente pandemia da Covid-19 ha messo a repentaglio la catena produttiva in tutto il mondo.
Proteggere la nostra azienda dal blocco di fornitori e partners industriali all’estero è possibile grazie a soluzioni assicurative specifiche per la supply-chain.
Mentre l’epidemia da Covid-19 continua a diffondersi nel mondo, crescono i danni economici: molte catene di approvvigionamento sono state rallentate se non interrotte, i tempi di consegna non sono stimabili, le aziende attingono alle proprie scorte.
Supply chain e Covid-19
Se un’epidemia blocca la catena di fornitura, possiamo farci risarcire i danni?
Mi preme sottolineare che il risarcimento dei danni da pandemia sono sempre stati esclusi o seriamente limitati a livello internazionale.
Lo scoppio di una pandemia non rappresenta un danno “fisico”, come lo è un incendio, un’alluvione, un terremoto.
Pertanto, ad oggi è difficile farci indennizzare i danni da interruzione della supply chain se lo stabilimento produttivo di un nostro partner è stato messo in quarantena da pandemia.
Le compagnie internazionali si stanno attrezzando e, con molta probabilità, includeranno i danni di questo tipo in un prossimo futuro.
Supply Chain: le soluzioni assicurative per le aziende all’estero.
Sebbene i riflettori siano ancora tutti puntati sulla globale interruzione della fornitura da Covid-19, è molto importante illustrare le soluzioni assicurative già a disposizione delle aziende.
Se -a causa di un incendio o a seguito di una grossa alluvione- si blocca la produzione di nostro fornitore estero, ecco cosa fare per mettere in sicurezza il nostro business.
Per capirci, facciamo 3 esempi pratici.
1.Blocco di produzione di una fabbrica all’estero.
La nostra azienda produce volanti per uno specifico modello di auto.
Se dovesse capitare un danno allo stabilimento di un nostro fornitore estero (la fabbrica prende fuoco), la produzione di volanti per quello specifico modello di vettura dovrà essere interrotta perché quel volante non viene più messo in commercio a causa di un blocco delle linee di produzione.
Il fermo di un capannone produttivo a molti chilometri di distanza dalla nostra fabbrica può avere delle conseguenze finanziarie tanto serie da mettere a rischio i bilanci aziendali.
L’incendio che ha colpito il nostro fornitore estero può seriamente interrompere la produzione di volanti della nostra azienda e mettere a repentaglio la continuità dell’esercizio aziendale.
2. Interdipendenza di aziende dello stesso gruppo.
Due aziende delle stesso gruppo producono presse idrauliche: la prima si occupa della parte meccanica, la seconda della parte elettrica e del montaggio.
Se la prima subisce un danno (incendio, allagamento, terremoto, frana…), la seconda, per poter continuare la produzione, è costretta ad acquistare la parte elettronica da un’altra ditta, probabilmente a prezzi più alti.
Ciò si traduce in una perdita di profitto.
Nel caso appena visto di interruzione di attività presso una società del gruppo possiamo assistere ad un aumento esponenziale delle perdite, considerata la forte integrazione verticale del processo produttivo.
Particolarmente serie possono essere le conseguenze sulla gestione del sinistro all’estero: pensiamo ad un produttore alimentare che si ritrova improvvisamente sprovvisto della materia prima da lavorare.
3. diniego di accesso: mancata consegna.
Supponiamo che la nostra azienda abbia subito un blocco produttivo a seguito di un grave allagamento dei locali adibiti a lavorazione, magazzino, consegna merce.
I fornitori esteri non possono prendere in consegna la merce presso il nostro stabilimento: il magazzino è a soqquadro e l’area di carico-scarico completamente bloccata.
Siamo sempre nell’ambito dei rapporti tra azienda e partners commerciali; tuttavia, questo spiacevole evento questa volta, non ha colpito l’azienda di un nostro cliente/fornitore, ma la nostra fabbrica!
In questo caso, la nostra azienda subisce due danni diversi dall’altro, ma collegati tra loro.
Il primo, allagamento dei magazzini.
Il secondo, impossibilità di consegnare la merce.
Soluzioni assicurative a protezione della supply-chain
Premetto che la gestione di un pesante sinistro da fermo di produzione è una materia complessa e ogni azienda è diversa dall’altra.
Tuttavia, a grandi linee, suggerisco di:
1.verificare se siamo assicurati contro sia l’incendio che i danni da fermo di produzione.
In estrema sintesi, non possiamo pretendere che la compagnia assicuratrice ci indennizzi per un danno subìto da un nostro fornitore se non abbiamo assicurato noi per primi la nostra azienda contro il fermo di produzione.
Pertanto, prima di tutto, repetita iuvant, è assolutamente necessario controllare bene se il nostro stabilimento produttivo è assicurato non solo contro l’incendio ma anche contro il blocco da incendio, alluvione, terremoto, frana…
Rimando a questo mio articolo per un approfondimento specifico.
2.controllare bene la presenza della clausola di “interdipendenza”.
Queste clausole estendono la copertura assicurativa a tutti i siti produttivi, sedi, stabilimenti, magazzini dei business partner con cui abbiamo rapporto di fornitura.
L’inserimento delle “locations” in polizza consente alla compagnia assicuratrice di individuare subito dove si è verificato il sinistro (ad es.: un importante inondazione ha colpito il paese dove si trova il nostro fornitore) e inviare i propri periti per una prima stima dei danni.
Conclusione.
La recente pandemia da Covid-19 ha messo in luce drammaticamente quanto sia doloroso vedere la propria azienda chiusa al pubblico e ai fornitori.
Se siamo all’estero, è indispensabile avvalersi di consulenti assicurativi con conoscenza del paese in cui si trova la nostra azienda.
Se vogliamo mettere in sicurezza la produzione da un incendio (o da un altro evento naturale) che ha colpito un nostro fornitore, è vitale rivedere le nostre polizze aziendali.