Paesi Visegrad, Balcani, Ucraina, Russia: aggiornamento rischio patrimoniale amministratori. A chi rivolgersi per ridurre i rischi e gestire i sinistri all’estero.

Tempo di lettura: 17 minuti

L’obbligo di proteggere i bilanci e la continuità aziendale da eventi devastanti in grado di minare la sopravvivenza dell’impresa vale anche per gli amministratori di aziende italiane all’estero.

Con la differenza che nei paesi Visegrad, nei Balcani, in Ucraina e in Russia vigono norme di prevenzione e controllo spesso più stringenti di quelle italiane.

Se non vogliamo pagare di persona salate richieste di risarcimento, multe e  sanzioni è necessario conoscere bene queste regole a salvaguardia dei beni aziendali, dell’ambiente, degli interessi dei terzi, dei lavoratori, dei fornitori.

All’interno di questo articolo illustriamo i più importanti rischi a cui vanno incontro in prima persona gli amministratori delle aziende che si trovano nei principali paesi est europei, Ucraina e Russia comprese.

Ridurre i rischi è importante, farsi seguire da consulenti assicurativi del posto lo è di più. Sono loro che ci assistono se una salata richiesta di risarcimento mette a repentaglio i bilanci aziendali e il nostro patrimonio personale.

Area Visegrad: Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia

Ungheria

In Ungheria l’amministratore rischia di pagare in prima persona i danni per errori commessi nell’ambito delle sue funzioni dirigenziali.

Gli amministratori rispondono nei confronti dei soci, dei terzi e dei creditori sociali.

Nel primo caso, gli amministratori hanno una responsabilità diretta nei verso la società per violazione della legge locale e delle norme interne che regolano il buon funzionamento dell’impresa.

Pensiamo ad un importante danno ambientale provocato dalla fuoriuscita di liquidi del capannone produttivo: in questo specifico caso il risarcimento delle spese di bonifica delle aree inquinate possono essere chieste al management che non ha adottato le misure idonee a prevenire l’inquinamento dell’habitat naturale circostante il sito produttivo.

La legge locale, a protezione degli interessi dei direttori, prevede assenza di responsabilità quando dimostrano, come è successo proprio in Ungheria, che il danno si è verificato oltre il loro controllo e funzioni regolate nel contratto di impiego.

Nel secondo caso, gli amministratori possono rispondere anche nei confronti di terzi.

Per capirci, se è un terzo, diverso dai soci, a chiedere il risarcimento dei danni, il rischio di pagare di tasca propria spetta agli amministratori colpevoli.

Facciamo un caso pratico: un dipendente rimane ferito mortalmente durante l’orario di lavoro. Se si scopre che la legge locale in materia sicurezza e salute è stata palesemente violata, l’amministratore rischia di pagare un vitalizio agli eredi del dipendente deceduto in azienda.

Infine, l’amministratore rischia di pagare i danni in prima persona quando viola i diritti dei creditori se l’impresa si trova nelle condizioni di insolvenza.

Con specifico riguardo alla crisi di impresa, in tutti i paesi dell’area Visegrad, come vedremo qui di seguito, vige questa importantissima regola: in caso di un evento improvviso e devastante in grado di pregiudicare i bilanci dell’azienda (oltre al caso di grave inquinamento ambientale appena visto pensiamo ad un importante fermo di produzione da incendio) l’amministratore deve informare immediatamente i soci e adottare tutte le misure idonee a circoscrivere lo scoppio della crisi e la possibile insolvenza dell’impresa.

Slovacchia

Anche in Slovacchia, come in Ungheria, gli amministratori possono essere chiamati di fronte al giudice locale per difendersi da richieste di risarcimento danni da parte dell’azienda, di terzi, dei creditori.

In Slovacchia, dimostrare di aver agito senza dolo e su indicazioni del consiglio di amministrazione non basta: la sola colpa grave è sufficiente ad esporre il manager a responsabilità personale.

Qualsiasi accordo privato in senso contrario è nullo per legge.

La responsabilità è penale quando si danneggiano gli interessi dei creditori e lo vediamo con specifico riguardo alla normativa locale in materia di crisi di impresa.

Se un evento devastante mette in crisi i bilanci (un fornitore non paga un’importante commessa, un grosso incendio blocca la produzione per settimane, i familiari di un dipendente morto in azienda ci fanno causa perché sostengono l’azienda responsabile dell’infortunio mortale sul lavoro) l’amministratore deve attivarsi immediatamente per mettere in sicurezza gli interessi dell’azienda e dei creditori.

In caso di insolvenza, se non si seguono le indicazioni del curatore fallimentare, oltre al penale gli amministratori rischiano di pagare salatissime sanzioni pecuniarie.

Repubblica Ceca

I rischi che abbiamo visto qui sopra per Ungheria e Slovacchia valgono anche per chi è amministratore d’azienda in Repubblica Ceca.

Un lavoratore muore in azienda.

Un’alluvione o una flash flood danneggia gli impianti della fabbrica costretta a settimane di fermo produttivo.

Il nostro albergo va a fuoco e alcuni gli ospiti perdono la vita.

Ebbene, questi sono eventi devastanti che, se non adeguatamente previsti e ridotti, possono coinvolgere il management a rispondere in prima persona per omissione degli obblighi di riduzione e di controllo dei rischi del business d’impresa.

Le grandi alluvioni che hanno letteralmente devastato il paese nel 2002 e nel 2013 sono calamità naturali che fuoriescono dalla normale attività di previsione e controllo.

Tuttavia, proprio perché la Repubblica Ceca è un paese molto soggetto a questi rischi, suggeriamo di svolgere periodicamente analisi idrogeologiche del territorio dove si trova il nostro business.

Nella maggior parte dei casi non è sufficiente affidare a operai o tecnici il controllo delle condizioni delle strade vicine al sito produttivo attraverso il posizionamento di barriere temporanee.

Per questo motivo i dirigenti possono dimostrare di essersi adoperati per scongiurare i rischi di calamità naturali provando di aver adottato le misure di prevenzione di base contro alluvioni e allagamenti, come ad esempio:

  1. costruzione di recinzioni di protezione degli equipaggiamenti e macchinari di particolare valore
  2. rafforzamento a terra di cisterne, silos e liquidi contenenti sostanze infiammabili, tossiche, inquinanti
  3. spostamento di macchinari elettrici, sistemi informatici e di distribuzione dell’energia elettrica sopra il suolo calpestabile del capannone (di norma minimo 12 cm da terra)
  4. installazione di sistemi di bloccaggio e interruzione di energia elettrica e gas da alluvione
  5. barriere difensive di sicurezza progettate ad hoc per il sito produttivo.

In Repubblica Ceca, creare concorrenza sleale tra l’azienda per cui lavoriamo e un’altra impresa, o occupare contemporaneamente la carica di direttore di un’altra azienda simile per attività produttiva e servizi svolti può costare molto caro.

Nel caso in cui si dimostri un evidente collegamento di attività svolta in modo illegittimo e concorrenziale, l’amministratore rischia di pagare di persona i danni sia ai soci d’impresa che ai terzi.

Simile rischio sussiste quando l’amministratore non avvisa per tempo i soci e i creditori di un possibile stato di crisi in grado di mettere a rischio la continuità aziendale.

Il codice civile ceco punisce questo comportamento molto seriamente, impedendo all’amministratore responsabile di occupare simili cariche in altre aziende.

Polonia

Scoprire che un nostro operaio ha perso la vita perché non abbiamo prestato attenzione alla sicurezza e salute in azienda deve essere un’esperienza orribile, soprattutto se siamo costretti a comparire di fronte a un giudice di un paese straniero dove la lingua usata per risolvere costosissime controversie legali è diversa da quella italiana.

La Polonia non fa eccezione a questa regola: anche in questo paese la responsabilità degli amministratori per danni all’impresa, ai soci e ai creditori è personale e illimitata.

Secondo la legge polacca i soci, o i terzi, devono dimostrare:

1.di aver subito un danno

2.che il danno è stato causato da una specifica violazione della legge.

Facciamo un altro caso pratico, prendendo spunto da un grosso sinistro che proprio in Polonia ha destato molto clamore: la morte di 65 persone letteralmente sepolte dalla neve che ha sfondato il tetto di un palazzetto sportivo.

Con specifico riferimento agli impianti produttivi, se si scopre che l’amministratore non ha rispettato la legge locale sulla sicurezza, può essere chiamato in causa a rispondere dei danni.

Oltre all’amministratore rispondono tutti quei direttori/tecnici che pur non ricoprendo la carica di dirigente erano informati dello stato di pericolo in cui si trovava il fabbricato.

Con riguardo alla crisi di impresa, vale anche in Polonia la regola generale che i dirigenti sono esenti da responsabilità quando dimostrano che il creditore non ha subito nessun danno dalla mancata apertura dello stato di crisi nei tempi previsti dalla legge.

Se l’azienda entra in crisi, i manager devono assolutamente evitare qualsiasi comportamento doloso in grado di pregiudicare i creditori trasferendo i beni e i fondi d’impresa all’interno di una new-company costituita allo scopo, oppure quando preferiscono alcuni creditori a svantaggio di altri.

Balcani: Romania, Croazia, Serbia.

Romania e Croazia

Abbiamo deciso di trattare assieme questi paesi prendendo subito in considerazione l’alto rischio che condividono: la frequenza di eventi sismici.
Un importante sisma può, in un brevissimo arco di tempo, mettere a repentaglio non solo la produzione ma anche l’incolumità degli operai.

Da una parte, non possiamo chiedere ad un manager di prevedere se e quando un terremoto possa colpire il territorio dove si trova l’azienda.

Dall’altra, possiamo ridurre il rischio di perdite umane addestrando gli operai e tutti i lavoratori ad affrontare situazioni critiche di emergenze di questo tipo attraverso corsi di formazione e simulazione in azienda di evacuazione.

La perizia di parte degli assets aziendali e il calcolo dei parametri di vulnerabilità sismica (azione sismica del territorio di riferimento, caratteristiche peculiari degli edifici, destinazione/classe d’uso dei manufatti) possono scongiurare l’impresa a ridurre le conseguenze finanziarie da eventi imprevedibili quanto devastanti.

Adottare queste misure di prevenzione e controllo è molto importante: sia in Romania che in Croazia vige la regola che abbiamo visto qui sopra per gli altri paesi dell’area Visegrad.

In caso di violazione della legge locale, l’amministratore deve difendersi in tribunale da possibili richieste di risarcimento dell’azienda, di terzi, dei creditori.

Casi simili si verificano, repetita iuvant, quando un evento improvviso e devastante, come un evento sismico, impatta improvvisamente sui bilanci aziendali tanto da compromettere la continuità aziendale.

Altri eventi dalle conseguenze nefaste che, se non previsti e ridotti, possono mettere in crisi i bilanci dell’azienda sono:

-un fermo produttivo

-la morte di un dipendente sul lavoro

-la crisi di liquidità che deriva dal mancato pagamento di un’importante commessa

-i danni fisici ai consumatori da prodotto difettoso

-la richiesta di liquidazione delle quote sociali da parte degli eredi di uno dei soci deceduto.

Serbia 

Anche in Serbia la legge prevede che l’amministratore risponde personalmente se, violando la legge locale, lede gli interessi dell’azienda, di terzi e dei creditori.

È prevista una responsabilità penale in caso di false comunicazioni sociali, commistione di interessi in società concorrenti, violazione di leggi per trarre vantaggio personale.

Sebbene in Serbia gli amministratori non rispondono in caso di mancata apertura di procedura fallimentare, la legge locale prevede una responsabilità penale per aver causato l’insolvenza dell’azienda.

Anche qui ribadiamo con forza quanto sia importante predisporre tutte le misure idonee a limitare o a ridurre l’esposizione della nostra azienda a eventi devastanti in grado di compromettere per sempre la sopravvivenza del nostro business.

Visto che la Serbia è un paese ad alto rischio inondazione, se la nostra fabbrica si trova presso un corso d’acqua o all’interno di un territorio già colpito da calamità naturali di questo tipo, si consiglia di verificare bene se esistono (o sono state aggiornate) le misure di prevenzione di allagamento da alluvione (per approfondimenti vedi qui).

Se a causa di una grossa alluvione la fabbrica dovesse andare sott’acqua, assieme a merce e macchinari, siamo sicuri che oltre ai danni diretti al capannone si aggiungeranno quelli finanziari da blocco della produzione.

Il prolungato fermo produttivo è uno di quegli eventi in grado di provocare l’insolvenza d’impresa: la mancata predisposizione di strumenti attivi di protezione contro il rischio di alluvione può essere additata al manager colpevole di non aver fatto adeguata prevenzione.

In Serbia è richiesta la sottoscrizione di polizze assicurative che per alcune attività commerciali e industriali sono obbligatorie. Per questo motivo, suggeriamo agli amministratori di verificare bene se il business d’impresa rientra all’interno dei casi tassativi di legge.

Ucraina: i rischi della fornitura

Parlare di prevenzione e controllo dei rischi in un paese martoriato dalla guerra come l’Ucraina, senza luce, gas, acqua e infrastrutture sembra una forzatura.

Ma dobbiamo comunque dare una risposta (ci proviamo come possiamo) a quegli imprenditori che prima del conflitto investirono lì milioni di euro trasferendo intere linee produttive e prezioso know-how nella vastissima terra di confine, l’Ucraina appunto, situata tra i paesi della Cortina di Ferro di una volta e la Russia.

Obblighi di gestione e controllo, lo ripetiamo, non possono essere richiesti agli amministratori delle aziende presenti in Ucraina: parliamo di siti produttivi completamente abbandonati o resi inagibili dalle bombe.

I rischi, tuttavia, sono in capo a quelle aziende che continuano a mantenere i rapporti di lavoro con quel paese.

Suggerisco innanzitutto di verificare bene le compagnie di spedizione e i vettori a cui affidiamo il trasporto della nostra merce verso l’Ucraina o in transito dalla Russia lungo il tragitto ucraino.

I casi di merce scomparsa o danneggiata, o consegnata con lungo ritardo, come possiamo immaginare, sono innumerevoli.

Da una parte le compagnie assicurative rifiutano di assicurare la merce in transito.

Dall’altra, le aziende di trasporti e logistica, in caso di conflitto armato, possono beneficiare di clausole di esenzione di responsabilità.

I rischi, per chi esporta o acquista merce che deve transitare lungo il territorio ucraino, sono evidenti.

Se la nostra azienda si affida troppo incautamente a vettori o spedizionieri reperiti alla bisogna e dalla dubbia reputazione -e la merce non dovesse essere recapitata o dovesse subire dei seri ritardi- un fornitore potrebbe rivalersi sul nostro direttore in Italia che non ha sufficientemente verificato i requisiti di professionalità e reputazione di tutti i soggetti della filiera, dalla presa in consegna, al carico, al trasporto, sdoganamento e stoccaggio.

Terminato il conflitto, le aziende italiane chiamate a ricostruire il paese dovranno considerare, quando organizzano la trasferta di lavoro, i rischi a cui i propri tecnici possono esporsi in cantieri a rischio scoppio di mine inesplose, senza contare il rischio malattia da inalazioni di sostanze tossiche rilasciate da materiale esplosivo.

Se un dipendente poi dovesse farsi male o avesse bisogno di ricovero medico in Ucraina, i manager -in assenza di un vero e proprio piano di riduzione e controllo dei rischi-rischiano di pagare di tasca tutti i danni.

Federazione Russia: il regime sanzionatorio e i rischi per le aziende italiane

Gli amministratori dirigenti di aziende italiane che hanno investimenti diretti sul territorio russo e gli amministratori di imprese che, pur non avendo sedi in Russia, hanno rapporti di fornitura con imprese della Federazione corrono -a vario titolo- rischi di natura patrimoniale molto seri, poco conosciuti e da non sottovalutare.

Con riguardo ai primi, gli amministratori di aziende italiane in Russia sono esposti a responsabilità personale in caso di errori nella conduzione del business d’impresa.

Anche in Russia vale la regola che abbiamo visto per tutti gli altri paesi qui sopra e a cui rimandiamo.

Con riguardo ai secondi, il rischio di rispondere in prima persona -questa volta per danni causati all’azienda italiana nell’ambito di rapporti commerciali con aziende russe- è altrettanto molto alto, e lo si evince molto chiaramente quando prendiamo in considerazione il regime sanzionatorio che ha colpito individui e imprese della Federazione.

In estrema sintesi:

1.l’Unione Europea, scoppiato il conflitto, ha imposto alla Russia una serie di restrizioni all’importazione e all’esportazione. Ciò vuol dire che le aziende europee non possono vendere determinati prodotti alla Russia e che le aziende russe non sono autorizzate a vendere specifici prodotti all’UE .

2.i settori più colpiti da sanzioni, e a cui le aziende italiane devono fare molta attenzione quando commerciano con il mercato russo, sono i seguenti:

  • prodotti a doppio uso (dual use), per scopi civili e militari
  • navigazione e aeronautico (componentistica ed elettronica, sensori, laser, computers)
  • tecnologie d’avanguardia (semiconduttori avanzati, elettronica e software di alta gamma)
  • macchinari e attrezzature per il trasporto
  • beni e tecnologie necessari per la raffinazione del petrolio
  • attrezzature, tecnologie e servizi per l’industria dell’energia
  • prodotti per la navigazione marittima e tecnologie di radiocomunicazione
  • beni di lusso.

3.gli amministratori che non rispettano queste disposizioni comunitarie rischiano di rispondere in sede civile e penale in prima persona per palese violazioni di legge e regolamenti, sanzioni giudiziali o amministrative.

Per ridurre questi rischi, è fondamentale che le imprese italiane adottino una serie di verifiche incrociate relative ai sistemi di pagamento, ai sistemi di trasporto e al rischio politico Paese tutte le volte che intendono fare affari con la Federazione Russa.

La gestione dei rischi e l’assistenza in caso di grossi sinistri all’estero: a ciascuno il suo

All’interno di questo articolo abbiamo individuato, a grandi linee, i rischi di natura patrimoniale personale a cui gli amministratori vanno incontro in caso di errori e di valutazioni sbagliate in cui possono incappare quando gestiscono un’azienda che si trova nei principali paesi dell’area Visegrad, Balcani, Ucraina, Russia.

Ogni azienda è diversa, e proprio per questo motivo é assolutamente indispensabile analizzare in modo critico e dettagliato:

  • la legislazione locale in materia di responsabilità personale degli amministratori
  • il sito manifatturiero e le aree circostanti la fabbrica
  • il ciclo produttivo
  • i mercati di destinazione dei prodotti
  • i rapporti commerciali di fornitura con i principali suppliers, locali e stranieri.

Per capirci, il rischio di inquinamento delle aree circostanti il sito produttivo di un’azienda che opera in Polonia può essere molto basso. Per un’altra, la minaccia di alluvione in Repubblica Ceca può essere altissima.

I rischi di intossicazione alimentare a cui si espone quotidianamente un’impresa del settore alberghiero, horeca e resort in Ungheria sono ben diversi da quelli a cui va incontro chi produce ed esporta dall’Ungheria prodotti alimentari per la grande distribuzione europea.

Gli alti rischi di infortuni sul lavoro che capitano frequentemente presso le aziende produttrici di legname in Serbia e Croazia sono ben diversi da quelli delle imprese agricole della Repubblica Ceca: un operaio può perdere la vita a bordo del proprio trattore oppure a causa del malfunzionamento di una pressa per la lavorazione del legno.

La legge in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di responsabilità degli amministratori è diversa paese per paese e non conoscerla bene può esporci al pagamento di multe, sanzioni, risarcimenti.

Proprio perché i rischi sono tanti e diversi, affidarsi a consulenti nella gestione delle minacce del nostro business all’estero, è assolutamente indispensabile.

Sono loro che:

1.visitano la nostra azienda oltre confine

2.ci indicano con chiarezza gli eventi devastanti che possono pregiudicare i nostri investimenti

3.ci aiutano a misurare, ridurre, prevenire e controllare le conseguenze economiche di un importante fermo produttivo

4.ci guidano a trasferire i rischi a compagnie assicurative, internazionali o del paese dove ci troviamo

5.ci forniscono assistenza, quando arrivano i sinistri e dobbiamo difenderci da una salata richiesta di risarcimento di fronte ad un tribunale dove non si parla la nostra lingua.

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