Cantieri e costruzioni: incidenti, interruzione e sospensione dei lavori. Visita tecnica, riduzione dei rischi, le coperture assicurative

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Infortuni in cantiere, sospensione e chiusura delle aree di costruzione per incidenti, calamità naturali, inquinamento.

All’interno di questo articolo rispondiamo ad alcune delle più frequenti domande che le aziende ci pongono quando programmano di ammodernare capannoni, edifici già esistenti o costruire e installare ex novo fabbricati e impianti, anche all’estero.

La visita tecnica, di consulenti assicurativi ed esperti in salute e sicurezza sul lavoro, aiuta l’impresa a ridurre non solo la frequenza di infortuni e danni in cantiere a cose e persone ma anche il rischio degli amministratori di rispondere con il loro patrimonio in caso di grave incidente.

Nel corso degli ultimi anni ho perso parte, soprattutto all’estero, come consulente sui rischi d’impresa, alla realizzazione di opere di costruzione e di ammodernamento di fabbricati ad uso abitativo, agricolo e manifatturiero.

Ho potuto toccare con mano che, proprio tra i diversi operatori del settore delle costruzioni, esiste ancora troppa confusione sui principali rischi a cui si trovano esposti il committente, la ditta di costruzione, le imprese in sub-appalto, gli operai.

Alcune aziende, soprattutto all’estero, prima ancora di iniziare i lavori di ammodernamento del capannone produttivo, non si preoccupano di verificare la solidità finanziaria e la reputazione della ditta edile incaricata alla realizzazione dei lavori.

Le ditte di costruzione, dal canto loro, vedono scaricare su se stesse, come ultimo elemento della catena, difficoltà e problematiche sulla corretta e regolare esecuzione dei lavori nei tempi previsti, tanto che spesso sono chiamate alla gestione di incidenti e sinistri di cui non sono responsabili.

Non dobbiamo dimenticare che l’intero processo edilizio vede in un ristretto spazio fisico, il cantiere, molte aziende contigue le une alle altre. I rischi a cui può andare incontro un operatore possono, come un effetto domino, avere serissime ripercussioni su tutti gli altri.

Queste minacce, se non adeguatamente previste, eliminate o ridotte (pensiamo ad un grave infortunio, o al crollo di una gru…) possono portare alla definitiva chiusura del cantiere e coinvolgere al pagamento dei danni, ognuno a titolo suo, i responsabili della:

  1. programmazione
  2. progettazione
  3. approvazione del progetto
  4. selezione dell’appaltatore
  5. affidamento dei lavori
  6. sicurezza
  7. costruzione
  8. direzione lavori e collaudo
  9. consegna
  10. gestione, dismissione o riqualificazione.

Qui di seguito rispondiamo ad alcune delle più frequenti domande che titolari di ditte edili, imprenditori, direttori di stabilimento e consulenti del settore delle costruzioni ci pongono quando decidono di ammodernare capannoni, magazzini o altri edifici ad uso industriale già esistenti, costruendo ex novo fabbricati e installando impianti e linee di produzione, anche all’estero.

“Quali sono i paesi europei in cui ci sono più incidenti sul lavoro?”

Le recenti statistiche degli incidenti non mortali in azienda o in canteri, che riportiamo qui sotto, parlano chiaro. Al primo posto troviamo la Francia. L’Italia si trova tra le prime 10 in classifica, dopo l’Austria. Cechia, Ungheria e Croazia si collocano a metà del grafico.

Gli infortuni sul lavoro, molto spesso anche mortali, sono frequentissimi. Gli amministratori che non hanno predisposto le misure idonee alla prevenzione e alla salute dei lavoratori possono essere chiamati a risarcire i danni con il loro patrimonio personale.

Per approfondimenti rimando qui.

“Con riguardo specifico ai cantieri, quali sono le più frequenti cause di incidente in Italia?”

Fonte: DATI INAIL Settembre 2022

Il grafico qui sopra illustra molto chiaramente che sono le cadute dall’alto sono frequentissime.

Nel settore dell’edilizia nell’anno 2021, secondo il rapporto INAIL pubblicato a settembre 2022, ci sono state ben 38.541 denunce di infortunio che hanno interessato principalmente operai coinvolti nei lavori di costruzione specializzati, seguiti dai lavori di costruzione di edifici e di ingegneria civile.

Secondo i dati dello studio statistico INAIL, ai lavori in quota è attribuibile il 66% degli infortuni denunciati nel 2021 nel settore dell’edilizia, nello specifico il 54% deriva dalla caduta dall’alto, o in profondità, dei lavoratori, e il 12% è correlato alla caduta di carichi e gravi dall’alto che ha causato lesioni, tagli o schiacciamenti ai soggetti.

“Oltre agli infortuni, ci sono altri rischi che possono portare alla chiusura temporanea del cantiere o un ritardo nella conclusione dei lavori?”

Assolutamente sì.

Pensiamo al recentissimo terremoto che ha devastato parte della Turchia meridionale e la Siria.

Un evento sismico di tale portata, come possiamo facilmente immaginare, ha delle conseguenze devastanti in termini di perdite di vite umane e di danni alle strutture danneggiate.

È notizia di questi giorni dell’arresto di 100 costruttori edili nelle dieci province colpite dal sisma con l’accusa di avere violato le normative edilizie del Paese. Il ministero della Giustizia di Ankara ha autorizzato l’avviamento di cause legali contro tutti i «costruttori e i responsabili» dei crolli perché non hanno rispettato le norme introdotte dopo il sisma del 1999.

Pertanto, le aziende di costruzione o le imprese che vogliono investire in paesi ad alto rischio terremoto, devono valutare bene il rischio paese e la normativa locale: il rischio sismico, non prevedibili, può avere delle conseguenze molto serie sulla vita del personale in missione in quel paese.

Altri eventi che mettono a rischio la vita di tecnici e operai e che possono danneggiare molto seriamente le aree dei lavori sono le inondazioni e le alluvioni.

Anche in questo caso, pensiamo alla Serbia o alla Repubblica Ceca, paesi ad alto rischio, consigliamo di verificare con molta attenzione se l’area dove si trova il cantiere o dove sorgerà la fabbrica è a rischio idrogeologico.

Come ho descritto in questo articolo, il calcolo del rilievo altimetrico, l’individuazione delle mappe di rischio del paese, la stima aggiornata di immobili, macchinari e magazzino, il sopralluogo dei cantieri e delle aree aziendali sono strumenti efficaci per ridurre rischi e premi assicurativi.

Un altro serio caso che può portare alla chiusura improvvisa dei luoghi e alla prolungata sospensione dei lavori è rappresentato dall’inquinamento ambientale delle aree che circondano il cantiere, evento accidentale di cui l’impresa edile e le ditte sub-appaltanti possono essere responsabili.

Si sottovaluta troppo spesso che l’utilizzo di macchinari e gru a benzina e diesel, il continuo via vai di mezzi di trasporto per la rimozione delle macerie e dei materiali di scavo rappresentano una seria minaccia alle aree circostanti il cantiere come zone abitate, siti archeologici, centri commerciali, scuole, corsi d’acqua, falde acquifere.

L’appaltatore, assieme al general contractor, in caso di danni ambientale, può essere chiamato a pagare i danni a titolo di responsabile civile in solido con i suoi amministratori anche di interruzioni o sospensioni di attività industriali, commerciali, agricole.

Con specifico riguardo allo smaltimento dei rifiuti da inquinamento accidentale del cantiere, i conducenti dei veicoli, le persone trasportate e gli operai e tecnici che prendono parte ai lavori di bonifica non sempre sono considerati terzi.

Ecco perché anche in questo caso è meglio sempre verificare bene in polizza se sono coperti e se il massimale assicurativo è sufficiente a risarcire anche questi operatori.

“Qual è un altro evento altrettanto grave che può mettere a rischio la vita delle persone e ritardare la conclusione dei lavori in cantiere?”

Il crollo delle impalcature presso un cantiere in Australia ha causato la morte di un giovanissimo operaio. I giudici hanno inflitto all’azienda il pagamento di una salatissima multa di $2 milioni.

“Il ferimento o la morte in cantiere del titolare dell’azienda, dei suoi familiari o del legale rappresentante sono assicurate dalla polizza della ditta edile?”

Nella maggior parte dei casi la polizza della ditta edile esclude il risarcimento di questi danni che, non dimentichiamolo, sono esclusi anche dalla polizza di responsabilità civile generale.

Le aziende, soprattutto quelle più piccole e meno strutturate, devono prestare molta attenzione a queste esclusioni e non lasciare nulla al caso.

“Perché è cosi importante la visita tecnica di consulenti assicurativi esperti e di professionisti in sicurezza e salute sul lavoro?”

È presto detto.

Il questionario assicurativo, riempito in modo superficiale e frettoloso, assolutamente non basta a fotografare con esattezza i rischi a cui le aziende vanno incontro, soprattutto quando ci troviamo all’estero in un paese di cui non conosciamo la lingua, la legge, i costumi.

La visita tecnica dei luoghi di lavoro, accompagnata materiale fotografico ci aiuta conoscere con maggiore precisione le aree più a rischio e di prendere tutte le misure idonee alla prevenzione e riduzione dei rischi devastanti che possono mettere a repentaglio l’incolumità di operai, squadre di lavoro, personale tecnico in trasferta e -non da ultimo- i bilanci dell’azienda chiamata a risarcire danni a cose e persone.

Il report assicurativo, consegnato al termine della visita tecnica, contiene specifici rischiami alla normativa straniera in materia di prevenzione degli infortuni che, se non rispettata, può portare i dirigenti stessi a pagare di tasca propria, repetita iuvant, i danni a cose e persone.

“La nostra azienda sta investendo all’estero importanti risorse nell’ampliamento del capannone e dei magazzini: se accade un grosso sinistro durante i lavori di costruzione, ci sono dei casi in cui la polizza assicurativa dell’impresa edile non paga i danni?”

La materia è molto complicata e possiamo rispondere solo caso per caso, dopo aver esaminato attentamente i contratti assicurativi della ditta edile incaricata allo svolgimento dei lavori.

Con riguardo ai rischi in cantiere, in primis è molto importante verificare se il massimale assicurativo contro i danni a terzi della polizza della ditta di costruzione è sufficiente a coprire i sinistri che si verificano durante la costruzione del nostro stabilimento.

Facciamo un esempio.

L’impresa edile svolge numerosi lavori di costruzione in diversi cantieri un determinato paese straniero. Il massimale annuo assicurativo, a garanzia dei lavori che l’impresa svolge in un anno assicurato, è 1.000.000 di  euro.

Se si verifica un sinistro di 250.000 euro presso un cantiere diverso dal nostro (crolla una gru, assieme alle impalcature, si danneggiano i macchinari, un operaio riporta un serio incidente…), il massimale annuo residuo a disposizione per i danni che possono accadere durante le fasi di costruzione del nostro capannone, come è ovvio, si riduce di un quarto.

Un’altra importantissima verifica da fare con molta attenzione, quando parliamo di lavori di costruzione all’estero riguarda chi sono i terzi coperti dalla polizza di responsabilità civile della ditta edile (appaltatori, sub-appaltatori, fornitori, architetti, ingegneri, responsabili della sicurezza, squadre di lavoro…) che si trovano in cantieree a quanto ammontano i massimali di risarcimento nel caso di morte, infortuni, danni fisici e biologici gravi.

La polizza della ditta edile estera, non dimentichiamolo, è un contratto scritto in una lingua diversa da quella italiana: per questo motivo è assolutamente consigliabile fare affidamento a consulenti assicurativi del posto.

Sono loro che ci aiutano a fare chiarezza su eventuali esclusioni di polizza che, se non conosciute, possono portare a spiacevoli fraintendimenti in caso di sinistro e che possono portare il management italiano a risarcire i danni di fronte ad un foro straniero.

“Quali sono le principali soluzioni assicurative contro gli incidenti in cantiere?”

Le imprese edili corrono rischi diversi rispetto all’azienda manifatturiera che investe nella costruzione di un nuovo edificio ad uno industriale, e per questo motivo le coperture assicurative saranno altrettanto differenti.

Idem quando guardiamo al variegato mondo delle ditte in sub-appalto, di montaggio e di installazione di impianti elettrici, per fare un esempio.

Architetti, ingegneri ed esperti in salute e sicurezza dovranno focalizzare la loro attenzione sui grossi rischi di infortunio e malattia tipiche di questi luoghi di lavoro, considerato l’alta frequenza di incidenti in cantiere.

Suggerisco quindi agli operatori del settore delle costruzioni e cantieristica di farsi seguire bene da consulenti assicurativi conoscitori di questo settore e analizzare con cura i rischi maggiori della loro attività.

Solo dopo potremo rivolgerci al mercato assicurativo.

In conclusione

Identificare i rischi e stimare l’impatto di eventi devastanti che possono compromettere la vita degli operai, l’ambiente circostante il cantiere e i bilanci aziendali è strategico anche nel settore delle costruzioni e dell’edilizia.

Le aziende non sono spesso informate che le coperture assicurative della ditte edili hanno numerose esclusioni che devono assolutamente essere conosciute prima di iniziare una gara di appalto, anche all’estero, tra general contractors.

La visita tecnica del cantiere ci permette di fotografare e conoscere in modo preciso i rischi in cantiere e di sapere quali iniziative intraprendere per eliminare, ridurre e trasferire le principali minacce del nostro business al mercato assicurativo.

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