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Amministratore d’azienda: dazi internazionali, reati ambientali, contaminazione alimentare: siamo sicuri di avere massimali di polizza sufficienti?

Pubblicato:29 Aprile 2025
Tempo di lettura: 13 minuti
Primo piano di una mano che tiene un fiammifero acceso con una piccola fiamma sulla punta, simbolo di rischio patrimonio personale per amministratore di aziende estere, su uno sfondo neutro sfocato.

All’interno di questo blog abbiamo dedicato numerosi approfondimenti sui principali rischi a cui gli imprenditori ogni giorno vanno incontro come l’incendio del capannone industriale, l’inquinamento delle aree circostanti il sito produttivo, gli eventi catastrofali, le richieste di risarcimento da difetti del prodotto, infortuni e malattie sui luoghi di lavoro, contaminazione alimentare.

A queste serissime minacce si aggiunge la responsabilità patrimoniale personale degli amministratori d’azienda.

In questo articolo proponiamo un aggiornamento sui nuovi rischi da violazione della normativa doganale internazionale, inquinamento ambientale e contaminazione alimentare delle aziende che esportano o hanno internazionalizzato il loro business attraverso investimenti diretti produttivi oltre confine.

Assicurarsi è bene, fare analisi dei rischi e prevenzione è ancora meglio.

Ritrovarsi con il cerino in mano perché il nostro direttore o uno dei nostri responsabili commerciali viola la legge o commette un grave errore, seppure in buona fede, può costarci molto caro.

Da una parte, la legge europea prevede una responsabilità civile personale a carico dei manager d’azienda, dall’altra, gli avvocati costano un occhio della testa.

Ecco che ricorrere ai ripari per tempo -facendo prevenzione e acquistando ampi massimali assicurativi è assolutamente indispensabile se -come amministratori- non vogliamo spendere il nostro tempo prezioso di fronte ad un tribunale, peggio se straniero e pagare di tasca nostra le spese legali e i danni a terzi.

Qui di seguito rispondiamo ad alcune delle domande più frequenti che i nostri clienti ci pongono, per sapere come prevenire i rischi prima che una grossa richiesta di risarcimento bussi alla loro porta.

“Quali sono i casi in cui la polizza a tutela del patrimonio personale degli amministratori è veramente indispensabile?”

Le polizze assicurative, a mio personale parere, servono a coprire principalmente i grossi sinistri. 

Pensiamo ad un serio infortunio sul lavoro oppure a un grave inquinamento delle aree circostanti il sito produttivo. 

In questi casi gli amministratori, se non hanno predisposto le misure necessarie a prevenire questi incidenti, possono essere chiamati in causa a rispondere personalmente, con il loro patrimonio.

Le statistiche intorno ai troppo frequenti incidenti sul lavoro sono ad oggi molto conosciute, differentemente da quelle che riguardano i danni ambientali, ancora molto sottovalutati, soprattutto quando derivano da grave imperizia di aziende terze a cui abbiamo affidato i lavori di smaltimento per esempio, di oli industriali o di rifiuti tossici o pericolosi. 

In caso di sversamento di queste sostanze pericolose nell’ambiente, può capitare che il giudice dichiari una nostra co-responsabilitá, per non aver vigilato adeguatamente sullo svolgimento dei lavori di bonifica e smaltimento. 

Comprendiamo bene quanto sia importante questa assicurazione a protezione del management aziendale: con massimali adeguati possiamo coprire spese legali e danni a terzi, che possono raggiungere cifre altissime.

“Come possiamo ridurre il rischio di un danno all’ambiente?”

Acquistare una polizza a tutela del patrimonio personale dei dirigenti è sicuramente consigliabile, ma è altrettanto importante fare prevenzione, riducendo le possibilità che si verifichino danni simili.

Innanzitutto si suggerisce di individuare le possibili cause e lo scenario dalle conseguenze finanziarie peggiori attraverso la visita tecnica in azienda di esperti consulenti assicurativi.

In seguito, consigliamo di fare manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, aggiornando le procedure per la conservazione e lo smaltimento delle sostanze tossiche, verificando lo stato di conservazione e tenuta dei bacini di contenimento interrati o fuori terra. 

Per facilitare questi adempimenti, dal 2021 è in vigore la prassi di riferimento UNI/PdR 107:2021 “Linee guida per la prevenzione dei danni all’ambiente – Criteri tecnici per un’efficace gestione dei rischi ambientali”.

Si tratta di un vero e proprio vademecum da tener presente al fine di garantire una più efficace e puntuale prevenzione dei danni all’ambiente in riferimento a specifici scenari di rischio applicabili ad aziende produttive, depositi e magazzini, centri di logistica e stoccaggio.

“A quali rischi di natura patrimoniale può andare incontro un amministratore d’azienda in caso di violazione della normativa in materia doganale internazionale?”

La materia è molto complessa e -dal famoso 2 di Aprile 2025, data che per un bel pó ricorderemo-in continua evoluzione.

In estrema sintesi, le imprese abituate a operare in mercati in cui vigono sanzioni si espongono a seri e nuovi rischi, sopratutto negli USA, per i seguenti motivi.

I rapidissimi cambiamenti a livello globale e le incognite che seguono al balletto continuo di dazi prima applicati poi ritirati possono comportare seri errori in buona fede da parte del personale amministrativo aziendale che si occupa di pratiche export in quel Paese.

Dobbiamo anche tenere in considerazione le non trascurabili difficoltà interpretative degli imprenditori a capire con chiarezza la legge doganale internazionale, soprattutto quando si tratta di classificare e analizzare i singoli beni oggetto di esportazione, le tariffe reciproche universali, gli accordi contratti vincolati da anni ad un regime contrattuale che pensavamo immutabile (leggi Boeing!).

La violazione di normative internazionali -pensiamo alla incorporazione di un prodotto cinese all’interno di un nostro manufatto destinato al mercato statunitense– può portare a conseguenze serie come multe, congelamento di beni, blocco della merce in dogana, mettendo così a rischio la reputazione aziendale e limitando le opportunità di continuare ad esportare.

Con riferimento alle imprese che esportano dall’Italia, il d.lgs. 75/2020 disciplina in modo specifico i delitti doganali, consumati o tentati, attribuendo rilevanza penale a tutti gli illeciti doganali, in precedenza depenalizzati, prima puniti con la sanzione della multa o dell’ammenda.

Dal 4 ottobre 2024 sono in vigore le Disposizioni nazionali complementari al Codice dell’Unione (all. 1 al d.lgs. 141/2024), si tratta di una vera e propria riforma delle violazioni doganali, con una netta distinzione tra sanzioni amministrative e penali.

In caso di violazione della legge in materia doganale, un amministratore può rischiare di rispondere personalmente di fronte all’azienda e ai terzi fornitori per non avere predisposto e seguito un modello di organizzazione e di gestione pensato proprio per evitare di cadere in simili errori.

Ecco che l’assicurazione a protezione del patrimonio personale degli amministratori può essere utilizzata per il pagamento anticipato delle spese legali a difesa del dirigente ignaro che la sua mancata diligenza, può capitare a tutti di sbagliare, ha esposto l’azienda alla violazione di illeciti in materia doganale.

Ma attenzione: è assolutamente indispensabile verificare bene i massimali di spesa assicurati perché, se siamo coinvolti in una lite negli USA, paese ad altissimo tasso di litigiosità, 100.000 euro di massimale di avvocati pagati dalla compagnia assicurativa può bastare appena per le prime udienze. Se la causa legale si protrae per più anni, iniziano i mal di testa, ci siamo capiti.

Per esperienza, posso confermare che i testi delle polizze assicurative in vigore all’estero possono variare a seconda sia della stessa compagnia assicurativa internazionale che presta la garanzia che della giurisdizione straniera in cui la polizza è stata pagata e devono essere ben analizzati da consulenti assicurativi con dimestichezza dei mercati esteri, spesso affiancati da legali esperti in diritto assicurativo internazionale.

Repetiva iuvant: gli Usa sono un paese ad altissima litigiosità e noi consulenti assicurativi sudiamo freddo, scusate l’espressione, quando i clienti chiedono di andare sul mercato per il reperimento di una polizza contro i rischi dei difetti del prodotto esportato in quel paese.

Non ne parliamo quando si stratta di chiedere alla compagnia assicurativa di mettere a disposizione un massimale per svariati milioni di euro a tutela degli errori che i manager possono fare in violazione delle nuove regole in materia doganale internazionale.

Seguiranno ulteriori approfondimenti nel corso delle prossime settimane.

“Il direttore o il titolare di un’azienda di trasformazione alimentare, in caso di intossicazione dei consumatori e ritiro da contaminazione del prodotto all’estero, rischia personalmente come amministratore?”

Prima di tutto bisogna capire bene dove si è verificata la falla lungo tutta la catena della supply chain alimentare. 

Per essere più chiari, i casi sono due.

Se si dimostra di fronte al giudice che la contaminazione è avvenuta all’interno del sito produttivo, sicuramente il direttore di stabilimento può essere chiamato dalle autorità e rendere conto del suo operato e dei suoi tecnici e dipendenti, e rispondere a titolo personale in caso colpa grave.

Può invece capitare che la contaminazione sia avvenuta fuori dai locali di produzione, cioè durante le operazioni di presa in consegna del prodotto agricolo contaminato, trasporto, deposito e stoccaggio dell’alimento fino al momento finale della consumazione del prodotto all’interno di un ristorante.

Il grafico qui sotto illustra bene come le microtossine, sostanze tossiche per l’organismo, possono svilupparsi sia a causa di deflusso agricolo che durante le fasi di produzione, lavorazione e stoccaggio del prodotto alimentare. 

Ebbene, le spese di difesa, perizia e indagine, pagate da questa assicurazione, servono proprio a fare luce su possibili carenze produttive e distributive e a scagionare i dirigenti dell’azienda produttiva se, perizie alla mano, si dimostra che la contaminazione è avvenuta non in azienda ma presso un agricoltore, fornitore/distributore/ristoratore.

https://www.eea.europa.eu/en/analysis/publications/mycotoxin-exposure-in-a-changing-european-climate

“Abbiamo appena visto che le richieste di risarcimento a carico dei manager possono essere molto elevate: a quanto dovrebbero ammontare i massimali di risarcimento in polizza?”

Dipende molto da numerosi fattori e le cose si complicano quando le aziende internazionalizzano il loro business all’estero con investimenti diretti. 

Per capirci, se l’impresa è gestita da un singolo imprenditore che ricopre la funzione di amministratore e direttore di stabilimento oltre confine, un massimale da 500.000 euro può essere sufficiente.

Se invece siamo di fronte a imprese con più stabilimenti in diversi paesi -uno in Italia, una filiale produttiva all’estero -più sono i direttori e gli amministratori con mansioni di direzione oltre confine più alte sono le probabilità che un loro errore, in buona fede, possa esporre gli amministratori in Italia a pagare per un grave sbaglio commesso in una giurisdizione diversa, con tutte le conseguenze che ne derivano in materia legale e di interpretazione della legge straniera!

Ecco che disporre di massimali oltre il milione di euro ha assolutamente senso, a garanzia che più sinistri in un anno non consumino il massimale di polizza in un colpo solo!

Per capirci: un serio infortunio sul lavoro capita in un’azienda all’estero e scopriamo che la nostra polizza ha dei sottolimiti di copertura da richieste di risarcimento proprio da incidenti in azienda.

É ovvio che due grossi sinistri di questo tipo, nel corso dell’anno, fanno presto a bruciare, consentitemi il termine, 500.000 euro di massimale con evidenti ripercussioni sulle casse aziendali.

Gli amministratori di aziende all’estero non devono dimenticare che i danni ai terzi e le spese legali o sono coperte da ampi massimali di polizza oppure, se il massimale assicurato è eroso da uno o più grossi sinistri successi in un anno, è l’azienda che deve scegliere se correre in aiuto del proprio amministratore pagando le spese legali o lasciare che sia lui a sostenere da solo le salatissime spese di difesa e il pagamento di un vitalizio ai familiari, in caso di decesso di un operaio. 

“In caso di condanna, le spese di estradizione sono assicurate?”

In generale lo sono, ma non tutti i testi di polizza sono identici e le clausole possono variare da paese a paese.

La materia è molto delicata e va discussa assieme ai dirigenti dell’azienda con la massima riservatezza.

Consigliamo sempre di farsi assistere da consulenti assicurativi competenti, con conoscenza del territorio straniero dove si trova la nostra azienda e che sappiano consigliarci bene, visto che i testi delle polizze sono scritte in lingua straniera difficili da interpretare.

Internazionalizzazione: quando l’ex works non basta…analisi e riduzione dei rischi, prevenzione, coperture assicurative.

All’interno di questo blog abbiamo dedicato numerosi approfondimenti intorno agli altissimi rischi che manager, direttori di stabilimento, amministratori d’azienda vanno incontro ogni giorno specialmente quando internazionalizzano il loro business, esportando o gestendo la produzione all’estero.

L’analisi dei rischi di compliance, delle clausole internazionali e dei dei massimali delle polizze assicurative rimangono ad oggi strumenti assolutamente indispensabili per contenere i rischi e ridurre le possibilità che un grosso sinistro o una ingente richiesta di risarcimento coinvolga direttori mettendo a rischio il loro patrimonio personale.

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Categoria:Assicurazione aziendale
Etichette:contaminazione alimentare,  inquinamento industriale,  responsabilità amministratori,  spese legali,  visita tecnica

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