Aziende alimentari: come proteggersi da questi 6 grandi rischi

Tempo di lettura: 7 minuti

Incendi, alluvioni, terremoto. Blocco della produzione, cibo contaminato, danni ambientali.

Le aziende alimentari rischiano grosso: quali assicurazioni possono proteggerle?

Gli ingentissimi danni del terremoto del 2012 in Emilia Romagna, l’alluvione della zona del Sannio beneventano del 2015, le frequenti intossicazioni e i ritiri di alimenti impongono una seria analisi dei rischi a cui vanno incontro le PMI che operano nel settore alimentare.

Incendio, terremoto, alluvione: mai sottovalutare questi 3 grossi rischi

Un grosso incendio, un improvviso terremoto, un’importante alluvione possono mettere improvvisamente in ginocchio un’impresa.

Con riferimento al rischio di incendio, le aree aziendali più esposte a questo rischio sono:

  • stabilimento produttivo,
  • linee di produzione,
  • magazzino/stoccaggio.

Chi trasforma prodotti ad uso alimentare deve rispettare specifici criteri igienici, termogronometrici e di stoccaggio. La presenza di eventuale poliuretano espanso e l’assenza di efficaci sistemi antincendio all’interno del capannone espone l’impresa ad un alto rischio di incendio.

Il processo produttivo comporta altri rischi, quali: esplosione da ammoniaca utilizzata nei circuiti di refrigerazione, esplosione di gas naturale all’interno di forni, incendio di liquidi infiammabili utilizzati per la pulizia e disinfestazione dei macchinari.

L’assenza di muri divisori all’interno delle aree adibite a stoccaggio può facilitare la propagazione delle fiamme all’interno di tutto il magazzino.

Contro il rischio di incendio, si suggerisce innanzitutto di verificare che immobili e macchinari siano assicurati per il loro effettivo valore e che siano ricomprese in polizza le spese straordinarie per la rimozione dei detriti, compensi professionali, onorari dei periti.

I danni da terremoto e alluvione, eventi di natura catastrofale, sono risarcibili solo se specificati in polizza.

Con riferimento al rischio di alluvione, rimandiamo al questo articolo dove abbiamo suggerito alcune utili soluzioni di prevenzione e assicurazione contro questa specifica calamità naturale.

Blocco della produzione: il tallone di Achille delle PMI.

Il terremoto del 2012 e l’alluvione del Sannio del 2015 hanno drammaticamente dimostrato che in un breve spazio di tempo le forze improvvise della natura possono mandare in tilt un intero settore produttivo.

Non ci stancheremo mai di ricordare che le ripercussioni negative di un improvviso fermo della produzione possono essere di gran lunga superiori ai danni agli immobili appena menzionati.

La diminuzione dei ricavi provenienti dalle vendite e l’improvviso l’aumento dei costi di esercizio possono letteralmente mettere messo in ginocchio le numerosissime aziende integrate tra loro e operanti sullo stesso territorio.

In entrambi i casi, sia in Emilia che nel Sannio, furono decine i casi di crolli, inagibilità totale di aziende agricole, capannoni, stalle, magazzini, nonché centinaia di casi di danni strutturali a capannoni industriali, completamente allagati.

Con riferimento al settore agricolo e caseario, subito dopo il terremoto, le mucche si rifiutarono di alimentarsi mettendo a repentaglio tutta la filiera di produzione del latte, senza contare le centinaia di forme di parmigiano destinate al macero.

Con riguardo all’alluvione del Sannio, importanti produttori di pasta furono costretti a sospendere le consegne del loro prodotto, con gravi ripercussioni su tutta la filiera distributiva.

Le specifiche soluzioni assicurative contro il rischio di interruzione di attività sono state già esaminate in questo articolo.

Contaminazione, ambiente, ritiro prodotto: 3 specifiche soluzioni assicurative.

Poniamoci la semplice domanda: a quali rischi va incontro un’azienda alimentare:

  1. se il suo prodotto, finito sulle tavole di centinaia di consumatori, risultasse contaminato
  2. se dovesse affrontare una massiccia campagna di ritiro?
  3. se provoca un danno all’ambiente

Se è vero che la polizza di responsabilità civile e di prestatori d’opera sono importantissime (un fornitore può farsi male in azienda, un dipendente può subire un serio infortunio sul lavoro), ebbene queste due assicurazioni spesso non bastano.

1.Rischio contaminazione.

La legislazione europea attribuisce al produttore una specifica responsabilità a cui le aziende alimentari non vanno esenti, anzi! Che il cibo sia a tutti gli effetti un prodotto manifatturiero lo abbiamo dimostrato qui.

La possibilità concreta che il cibo, durante le fasi di lavorazione e trasformazione, possa entrare in contatto con sostanze inquinanti, rappresenta una seria minaccia, ancora più grande quando è il dipendente infedele a manipolare dolosamente gli alimenti.

Pertanto, rispondendo alla prima domanda, l’azienda alimentare è esposta ai seguenti rischi:

  • costi per ispezionare, ritirare, distruggere e rimpiazzare i prodotti
  • danni da contaminazione accidentale/dolosa
  • danni indiretti (ad es.: diminuzione dei volumi d’affari, profitto netto per l’interruzione dell’attività/diminuzione vendite)
  • spese ed onorari per la gestione dei rapporti tra fornitori e clienti
  • danni all’immagine aziendale.

2.Rischio ritiro prodotto.

Dolci, dessert, formaggi, salumi, colatura di alici, trance di verdesca congelate, passate di pomodoro, latte senza lattosio, acqua minerale: numerosissimi sono i casi di ritiro di prodotti dagli scaffali di supermarket e gastronomie. Per un aggiornamento intorno quelli più recenti si rimanda qui.

Un qualsiasi errore nella produzione (anche solo accidentale) può portare alla contaminazione o alterazione delle qualità organolettiche dell’alimento tali da minare la sua integrità e messa in commercio. Un incidente nella produzione può verificarsi lungo tutte le fasi del processo quali: fabbricazione, trasformazione, preparazione, miscelazione, etichettatura.

Con riferimento specifico all‘imballaggio, suggeriamo di leggere questo interessante articolo intorno ad uno delle rischi più alti sia per il produttore, sia per il singolo consumatore finale: la presenza di metallo all’interno dell’alimento. Il cibo, durante le fasi di lavorazione, spesso completamente automatizzata (pensiamo alle macchine affettatrici e robot per il taglio di carni, filettatura del pesce in confezioni mono-uso da asporto, confezionamento sotto-vuoto) può trovarsi a contatto con corpi estranei come appunto il metallo.

Rispondiamo cosi al terzo quesito. Il produttore può essere chiamato a pagare:

  • spese di ritiro dal mercato
  • danni a terzi per campagne di richiamo di prodotti dell’assicurato che sono componente di prodotti di fornitori
  • costi di difesa
  • danni d’immagine.

La lesione dell’incolumità dei consumatori può costare molto cara: contro i rischi di contaminazione e ritiro prodotto si suggerisce di verificare se siamo veramente assicurati, sia in Italia che all’estero, visto che, repetita iuvant, la polizza di RC Terzi in caso di contaminazione non copre!

3.Rischio ambientale.

Le aziende operanti nel settore alimentare non si sottraggono anche a questo specifico rischio. Data la sua complessità, all’assicurazione da RC ambientale dedicheremo in seguito un articolo ad hoc.

Per ora, ci limitiamo a richiamare l’esistenza di ulteriori leggi europee che obbligano le imprese a sostenere in proprio i danni ambientali, secondo il principio che “chi inquina paga”.

Al verificarsi di un danno all’habitat e alla natura, la responsabilità è presunta e spetta all’azienda provare la sua estraneità.

Pertanto, rispondendo alla terza domanda, l’azienda che -anche accidentalmente- inquina l’ambiente (pensiamo al caso di un fiume che scorre nei pressi di un impianto caseario) va incontro a delle ingenti spese di bonifica delle aree, sia proprie che di terzi: le attività di pulizia e ripristino dei luoghi possono comportare addirittura la chiusura temporanea del sito produttivo, con evidenti conseguenze in materia di interruzione d’attività.

In caso di danno all’ambiente, l’azienda è esposta ai seguenti rischi:

  • danni a terzi derivanti da inquinamento graduale
  • costi per la bonifica di inquinamento siti produttivi, anche di terzi
  • danni a specie o habitat protetti
  • responsabilità ambientale ereditata a seguito di fusioni e/o acquisizioni.

Si suggerisce di contattare i nostri consulenti assicurativi e verificare se siamo assicurati con massimali adeguati contro questo rischio: non costa nulla e ci risparmia spiacevoli fraintendimenti in caso di contestazione dei danni con i periti.

Un’altra buona idea è incaricare professionisti specializzati per un dettagliato sopralluogo delle aree che circondano lo stabilimento e i magazzini.

In conclusione: ad ogni rischio la sua soluzione assicurativa.

Cuiuque sui, dicevano i latini, a ciascuno il suo.

Riassumendo: i danni da alluvione, da terremoto, all’ambiente, come le spese legali da prodotto difettoso, o da richiamo, possono essere assicurati solo ed esclusivamente da specifiche polizze ad hoc.

Avere al proprio fianco, anche all’estero, consulenti assicurativi esperti è strategico, soprattutto per le piccole e medie aziende.

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